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martedì 27 agosto 2013

Altro che santa: il fenomeno mediatico di madre Teresa

Uno studio condotto da ricercatori canadesi ha definito madre Teresa di Calcutta «tutto fuorché una santa», il prodotto di una campagna mediatica ben orchestrata, una donna generosa nelle preghiere ma molto meno benevola quando si trattava di impiegare per scopi umanitari i milioni delle sue fondazioni. La controversa ricerca, che sarà pubblicata questo mese nella rivista Religieuses, evidenzia come madre Teresa, conosciuta nel mondo in veste di apostolo dei morenti e degli oppressi, in realtà affermasse la bellezza della sofferenza dei poveri. Secondo lo studio, il Vaticano ha fatto finta di non vedere il discutibile lato umano della religiosa, che si prendeva cura dei malati glorificando le loro sofferenze anziché alleviarle. Il Vaticano ha condotto il processo di beatificazione «per rivitalizzare la Chiesa e ispirare i fedeli, in particolare in un periodo storico nel quale le parrocchie sono vuote e l'autorità del cattolicesimo è in declino».
Serge Larivee e Genevieve Chenard, ricercatori del dipartimento di psicoeducazione dell'università di Montreal, e Carole Senechal della facoltà di scienze dell'educazione dell'università di Ottawa, hanno analizzato vari scritti editi concernenti la figura di madre Teresa di Calcutta e sono giunti alla conclusione che la sua immagine di santa «è stata costruita a tavolino, e la sua beatificazione è stata orchestrata con l'aiuto di una efficace campagna mediatica». Secondo Larivee, i fatti screditano il mito di madre Teresa. Il Vaticano, a suo avviso, prima di decidere la santificazione di Teresa non ha considerato «la sua discutibile maniera di prendersi cura dei malati, i suoi contatti politici poco limpidi, la gestione delle enormi somme di denaro che riceveva, e la sua dogmatica visione in materia di aborto, contraccezione e divorzio».
Al momento della sua morte, a madre Teresa facevano capo 517 missioni o «case per i morenti», come descritte dai medici che ne hanno visitate alcune a Calcutta. Le missionarie di madre Teresa davano il benvenuto a poveri e malati in oltre 100 Paesi. Due terzi delle persone che si recavano presso queste strutture lo facevano con la speranza di trovare un medico che li aiutasse, mentre i restanti vi morivano senza ricevere le cure del caso.

Secondo lo studio, le strutture di madre Teresa hanno sempre conosciuto una significativa carenza d'igiene, di vere cure, di cibo e di antidolorifici. Il problema non è la mancanza di denaro: l'ordine delle Missionarie della carità ha racimolato negli anni centinaia di migliaia di dollari. I ricercatori affermano che quando venne il turno di ricevere cure mediche anche per madre Teresa, «le ricevette in un moderno ospedale americano». Nello studio si indaga anche il meeting di Londra del 1968 nel quale il giornalista della Bbc Malcolm Muggeridge, fortemente contrario all'aborto, condivise i valori conservatori e cattolici di madre Teresa. Secondo i ricercatori, Muggeridge decise allora di promuovere la figura di madre Teresa. Nel 1969 girò un film elogiativo sull'operato delle missionarie, attribuendo alla beata albanese il «primo miracolo fotografico» che invece era dovuto alla nuova tecnologia delle pellicole commercializzate allora dalla Kodak.
Dopo la morte di Teresa, il Vaticano decise di non tener conto dell'usuale quinquennio di attesa prima di aprire il processo di beatificazione. Secondo lo studio canadese, uno dei miracoli attribuiti a madre Teresa è stato la guarigione di Monica Besra, che soffriva di intenso dolore addominale, dopo che un medaglione benedetto era stato piazzato sul suo ventre. Secondo Larivee, «i medici la pensavano in un altro modo: le cisti ovariche e la tubercolosi di cui soffriva furono guarite dai farmaci che le avevano prescritto. Il Vaticano, tuttavia, concluse che si trattò di un miracolo. La popolarità di madre Teresa era tale che la gente stessa l'aveva già dichiarata santa». Larivee sottolinea anche un aspetto positivo che il mito di madre Teresa può aver generato: «Se la straordinaria immagine che la collettività si è costruita di madre Teresa avesse inaugurato anche una sola iniziativa umanitaria autenticamente diretta ai poveri, non avremmo che da rallegrarcene».

Kounteya Sinha
Articolo originale su The Times of India, traduzione di Belinda Malaspina

Schiavone a SkyTG24: non mi pentirei di nuovo

Schiavone a SkyTG24: non mi pentirei di nuovo

martedì 20 agosto 2013

Uscire dall'UE...


Come difendere i beni comuni? Uscendo dall'euro e dalla UE

Da oltre trent’anni, nei Paesi occidentali, è in corso un processo di smantellamento dei diritti e dei livelli di vita conquistati dai ceti subalterni nei decenni successivi alla Seconda Guerra Mondiale. Nel nostro Paese tale processo ha recentemente subito una drammatica accelerazione. Purtroppo manca ancora una diffusa consapevolezza sulle ragioni della crisi che stiamo vivendo e quindi stenta a prender forma una resistenza popolare adeguata.
Non ci addentriamo qui in una riflessione generale sulla fine del “compromesso fordista-keynesiano” e sul passaggio
al capitalismo “neoliberista” e “globalizzato” (tutto ciò è già stato sufficientemente chiarito, almeno nelle linee generali, da una vasta pubblicistica). Ci preme piuttosto sottolineare questo: il compito che sta di fronte a chi oggi voglia difendere i diritti e la democrazia, è quello di individuare gli strumenti concreti con i quali, nei diversi Paesi e nelle diverse situazioni, viene portato avanti l’attacco che stiamo subendo, e di elaborare idee e azioni politiche di contrasto. La nostra convinzione è che, nella specifica realtà dei paesi del sud-Europa, in questa precisa fase, lo strumento fondamentale per tale attacco è rappresentato dal binomio euro/UE, e che ogni seria politica di difesa della democrazia e dei diritti sociali deve assumere come punto ineludibile la fuoriuscita dalla moneta unica e dall’Unione Europea. Alla base di questa nostra tesi c’è un fatto tecnico, che naturalmente acquista valore politico solo se inserito all’interno di una visione storica un po’ più compiuta e organica di quella che è possibile sviluppare in un breve articolo come questo (per gli approfondimenti rimandiamo al libro che abbiamo dedicato a questo tema: Badiale-Tringali, “La trappola dell’euro”, Asterios 2012). Il fatto tecnico in questione è molto semplice, e lo spiega bene l’economista indiano Amartya Sen il quale, parlando dell’euro, dice : “Quando tra i diversi paesi hai differenziali di crescita e di produttività, servono aggiustamenti dei tassi di cambio. Non potendo farli, si è dovuto seguire la via degli aggiustamenti nell’economia, cioè più disoccupazione, la rottura dei sindacati, il taglio dei servizi sociali. Costi molto pesanti che spingono verso un declino progressivo.” ( Corriere della Sera, 21 maggio 2013). In altre parole, l’adozione di una moneta unica fra Paesi che presentano diversi tassi di inflazione, e quindi diversa capacità di competere (perché l’aumento relativo dei prezzi fa diminuire la competitività) ha l’effetto di spingere alla cosiddetta “svalutazione interna”, cioè all’aggressione al mondo del lavoro, al fine di abbassare i salari. Il motivo è semplice: diminuendo i salari e la capacità di spesa della maggioranza della popolazione, si ottiene un raffreddamento dei prezzi, e un conseguente aumento di competitività sull’estero. Quel che viene spesso taciuto all’opinione pubblica dei Paesi in crisi, come il nostro, è che la bassa inflazione tedesca rispetto alla media dei partner europei, che è la ragione della maggior competitività della Germania, è dovuta, in buona parte, alle politiche di contenimento dei salari messe in opera in quel Paese poco dopo la nascita della moneta unica. Nelle condizioni nuove create dall’adesione all’euro, tali politiche del lavoro assunsero, nei confronti dei partner dell’eurozona, un chiaro stampo competitivo e non collaborativo: hanno contribuito a indebolire le economie dei Paesi con inflazione più alta (i famigerati PIIGS, fra i quali l’Italia) e, di conseguenza, a far nascere la problematica del debito pubblico, poiché, schiacciandone la competitività, hanno reso credibile la possibilità di un default. Il che ha fatto schizzare in alto il valore del premio necessario per far acquistare i loro titoli di Stato. Ecco spiegati i rialzi dello spread fra i titoli italiani e quelli tedeschi. Ecco spiegato perché la BCE impone ai governi di introdurre maggiore flessibilità nel lavoro, facilità di licenziamento, deroghe ai diritti sanciti dai Contratti Nazionali di Lavoro. Ecco spiegato perché Mario Draghi continua a dire che i Paesi in crisi devono fare le stesse riforme realizzate in Germania dal 2003 in avanti. Alla luce di tutto ciò possiamo rilevare che le campagne contro la finanza speculativa e per il rifiuto del debito, pur contenendo elementi di verità, possono risultare fuorvianti se non vengono collegate al tema dell’euro: l’Italia non è in crisi a causa del debito pubblico (che è alto, ma non ha scatenato la crisi, che ha colpito duramente anche paesi meno indebitati della Germania!), l’Italia ha un problema di debito estero e di perdita di competitività a causa dell’appartenenza all’euro. Dopo essere stata ingabbiato in un cambio fisso rispetto alle valute dell’Europa centrale, il nostro Paese viene privato della sovranità e costretto al rispetto di rigidi parametri di bilancio che strozzano la spesa pubblica e spingono all’austerity, con l’ovvio risultato di avvitare l’economia nella spirale recessiva senza fine che stiamo sperimentando. Di conseguenza, come nota Amartya Sen, la “svalutazione interna”, necessaria nelle condizioni create dall’euro, non si limita all’attacco al lavoro, ma diventa aggressione ai diritti sociali in generale, a quel poco che resta di Welfare State, ai diritti, ai beni comuni e alla stessa democrazia. Gli avvenimenti più recenti ne sono testimonianza. Non è casuale la rinnovata campagna per il rafforzamento dei poteri del governo a scapito del Parlamento, e per il presidenzialismo; come non è casuale che all’Italia sia stato recentemente concesso di uscire dalla procedura di infrazione europea sul deficit: ciò è accaduto perché il nostro Paese si è impegnato ufficialmente a dar seguito alle “raccomandazioni” della Commissione, fra cui vi sono l’ulteriore riforma del lavoro e la privatizzazione dei servizi pubblici locali. La realtà di cui prendere atto è che euro e UE sono gli strumenti concreti per ottenere i risultati voluti dal ceto dominante: disoccupazione e precariato, azzeramento del potere contrattuale dei lavoratori, spoliazione delle risorse degli enti locali per imporre la privatizzazione dei beni e dei servizi pubblici. Una volta compreso tutto ciò non si può non immaginare i sorrisi dei ceti dominanti di fronte a chi dice di voler difendere il lavoro e di voler combattere i “piani Marchionne” ormai estesi a tutte le categorie di salariati, ma contemporaneamente non prende nette posizioni contro l’euro e la UE. L’innocuità di simili posizioni è a loro del tutto chiara. Se vogliamo che smettano di sorridere, e comincino a preoccuparsi per la nascita di forze realmente antagoniste e capaci di far vacillare il loro potere, l’unica strada è quella della lotta contro il sistema politico attuale in tutte le sue ramificazioni e per la difesa della sovranità nazionale e popolare, della partecipazione democratica alle decisioni politiche. E il primo passo da compiere in questo cammino è uscire dalle gabbie dell’euro e della UE. 

TERRA REAL TIME: L’Italia sta preparando l’esercito per gestire eve...


L’Italia sta preparando l’esercito per gestire eventuali sommosse!

L’Italia sta preparando l’esercito per gestire eventuali sommosse popolari che potrebbero avvenire nei prossimi mesi: è quanto emerge dall’analisi della “direttiva ministeriale in merito alla politica militare per l’anno 2013″. In caso di disordini potrebbe inoltre essere impiegata la polizia europea: non dimentichiamoci che il nostro paese ha aderito anche al “trattato di Velsen” che ha istituito il corpo di polizia sovranazionale dai poteri illimitati, Eurogendfor:
il cui comando è affidato alla NATO (quindi agli USA!) pur operando in Europa… Staff nocensura.com Euro-rigore ad ogni costo: ora si prepara anche l’esercito L’Italia sta per subire uno choc socio-economico così forte da provocare disordini e rivolte: la profezia che Gianroberto Casaleggio ha affidato a Gianluigi Nuzzi è così realistica che se ne starebbe occupando persino l’esercito, nell’eventualità di dover rinforzare l’ordine pubblico in previsione di sommosse, provocate dal regime europeo dell’austerity. Lo sostengono Eugenio Orso e Anatolio Anatoli, che nel loro blog analizzano la recentissima “Direttiva ministeriale in merito alla politica militare per l’anno 2013” emanata dal ministero della difesa, retto dall’ex Pdl Mario Mauro, ora montiano. L’aspetto sconcertante, osservano i due analisti, riguarda l’impegno diretto delle forze armate verso obiettivi non propriamente militari: e cioè il rispetto assoluto dei trattati europei dell’austerity a cominciare dalla intangibilità dell’Eurozona, condizioni che vengono elevate al rango di elementi-chiave per la sicurezza nazionale. La premessa è fosca, in una cornice di guerra imminente: «Non può essere ignorata la possibilità, per quanto remota, di un coinvolgimento del paese e del sistema di alleanze del quale siamo parte in un confronto militare su vasta scala e di tipo “ibrido”, ovvero che implichi sia operazioni convenzionali, sia operazioni nello spettro informativo, sia operazioni nel dominio cibernetico», afferma il ministero. «Elemento irrinunciabile della politica nazionale è anche il pieno rispetto degli impegni assunti in sede europea». Impegni che il ministero della difesa considera «finalizzati a garantire la stabilità di lungo periodo della moneta comune e, con essa, dell’intero sistema economico comunitario». Proprio la stabilità dell’Eurozona «deve essere considerata come essenziale per il perseguimento del fine ultimo, costituito dalla sicurezza del sistema internazionale e delle relazioni politiche ed economiche che in questo si sviluppano». L’Italia, pertanto, «deve operare con determinazione per azzerare il deficit di bilancio e ricondurre nei tempi previsti il debito pubblico entro i limiti stabiliti a livello europeo». Strano che ad occuparsi di questo tema non sia il ministero dell’economia, ma quello della difesa. «Il mantenimento di una consapevole disciplina di bilancio lungo un arco di tempo pluriennale – conclude la nota – rappresenterà, quindi, un vincolo ineludibile nella definizione delle scelte in materia di difesa che, negli anni, saranno adottate». Mettendo insieme questi punti e sapendo leggere fra le righe, scrivono Orso e Anatoli, il quadro che ne esce è a dir poco preoccupante: «Obbiettivo primario è il pareggio di bilancio, il mantenimento e la difesa dell’euro a qualsiasi costo (anche a costo del sangue della popolazione) e il conseguente mantenimento dell’Italia, checché ne dica il popolo, nel lager dell’Eurozona, fondamentale spazio globalista in cui rinchiudere i popoli europei adattandoli, con le buone o con le cattive, al nuovo ordine neocapitalistico». Il vincolo ineludibile della disciplina di bilancio nel lungo periodo informa anche le scelte in materia di difesa e di impiego delle forze armate, perché, sempre leggendo fra le righe, «la minaccia risulta chiara: se il popolo ridotto allo stremo si ribellerà – a partire dall’autunno inverno di quest’anno, poniamo – non si esiterà a impiegare la forza, armata, per ridurlo a più miti consigli, in un possibile conflitto “ibrido” in cui molte saranno le armi impiegate, accanto a quelle convenzionali». Ed ecco che quella “possibilità remota” di coinvolgimento militare in un conflitto «diverrebbe drammaticamente concreta», al punto che «la forza militare nazionale sarebbe impiegata, da uno spregevole governo collaborazionista degli occupatori del paese, contro lo stesso popolo italiano, a vantaggio, come si scrive nel testo riportato, della stabilità di lungo periodo della monetacomune, controllata da entità private euroglobaliste, nonché del mantenimento di una consapevole disciplina di bilancio (ormai recepita in Costituzione) lungo un arco di tempo pluriennale». Per Orso e Anatoli, il messaggio è inequivocabile: «In presenza di disordini sociali estesi, ai quali la repressione poliziesca e dei carabinieri non riuscirà a far fronte, scenderanno in campo le forze armate». Scenario possibile? «Se ti tolgono il lavoro, la sicurezza, la possibilità di un minimo di pianificazione dell’esistenza e persino il cibo», è facile che si possa ricorrere all’uso di armi magari improprie, per «spaccare tutto, cercando di fermare i tuoi nemici», scrivono i due blogger, che accusano i politici italiani di essere «collaborazionisti dell’euro-nazismo, dell’atlantismo, dell’Occidente, del libero mercato globale e della liberaldemocrazia». Autunno caldo: «Il rischio di estesi sociali disordini, in Italia, è quindi un rischio reale», anche se Letta e Napolitano «continuano a negare l’evidenza». 

martedì 6 agosto 2013

Un Pensiero al nostro caro Presidente Napolitano..


Giorgio Napolitano, traditore del PCI e servo della CIASalvatore Tamburro - http://salvatoretamburro.blogspot.it/2013/04/giorgio-napolitano-traditore-del-pci-e.html
Con 738 voti, il 20 aprile 2013, due terzi della casta politica ha votato come Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, confermando al Colle un uomo di 88 anni (che secondo il mandato settennale resterebbe in carica fino a 95 anni...alla faccia del rinnovamento della classe politica).
Ma chi è veramente Giorgio Napolitano?
Egli è un uomo che ha sempre cambiato i suoi ideali all'occorrenza, da sempre servile ai poteri forti americani e filo-israeliani, presente ed ossequioso ovunque ci fosse un potere da servire.
Singolare in termini di contraddizioni il fatto che il 9 maggio 2010 fu premiato con il Premio Dan David (Fondazione israeliana che premia personalità che abbiano espresso ammirazione per Israele e per l'ideologia sionista) con questa motivazione: "...per il suo coraggio e integrità intellettuale che sono stati fondamentali nel guarire le ferite della Guerra Fredda in Europa, così come le cicatrici lasciate in Italia sulla scia del fascismo"; proprio lui che in gioventù militava nei G.U.F. (Gruppi universitari fascisti).
Dopo essersi finto difensore della classe operaia e dell'ideologia comunista ha capito fin da giovane che poteva essere l'uomo giusto al posto giusto: un insider-man, utile agli americani in funzione anti-comunista e per agevolare l'imperialismo americano in Europa ed in Italia.
L’ascesa politica di Napolitano si ebbe nel 1953 quando fu eletto deputato nel PCI e poco più tardi si unirà alla corrente migliorista (interna al PCI) di Giorgio Amendola, uomo liberale, antifascista e massone. Una ideologia, quella dei miglioristi, profondamente anti-marxista che portò Amendola e Napolitano a mettersi al servizio di organizzazioni come l’Istituto di Affari Internazionali di Gianni Agnelli e il Council for Foreign Relations di Rockfeller.
Nel 1975 Napolitano strinse anche relazioni con Antonio Nigro, il quale ottenne grossi finanziamenti dalla Fondazione Rockefeller e dalla Fondazione Ford allo scopo di convincere i comunisti ad attraversare un lungo processo di democratizzazione (leggasi "americanizzazione").
Napolitano ebbe diversi incontri anche con Henry Kissinger, considerato l'uomo-ombra del governo americano e il rappresentante politico dell'ideologia basata sul Nuovo Ordine Mondiale. "L'arrivo al potere dei comunisti - si legge in un documento interno del Fco - costituirebbe un forte colpo psicologico per l'Occidente. L'impegno Usa verso l'Europa finirebbe per indebolirsi, potrebbero così sorgere tensioni gravi fra gli americani e i membri europei della Nato su come trattare gli italiani". A Londra Henri Kissinger discutendo la situazione italiana con il nuovo Ministro degli Esteri inglese Antony Crosland fa delle rivelazioni sconvolgenti: "La questione dell’obbedienza del PCI a Mosca è secondaria. Per la coesione dell’occidente i comunisti come Berlinguer sono più pericolosi del portoghese Cunhal".
Nel 1978 Napolitano, su invito del neo-conservatore americano, Joseph La Palombara, è ospite del Council on Foreign Relations (organizzazione che si occupa di strategie globali per conto di importanti famiglie di banchieri come i Rockefeller, i Rothschild e i Morgan) e lì dichiarerà fedeltà alla N.A.T.O. .
Bisognava adesso dare il colpo di grazia al PCI: fu nel 1980 che si posero le basi per una delle operazioni più importanti della CIA: lo stratega Duane Clarridge dà inizio all’operazione chiamata "soluzione finale" e da lui definita "una delle operazione più azzardate della sua carriera: un accordo segreto tra la CIA e il PCI". Attraverso azioni non violente, ad esempio creando una equipe di tecnici neo-liberisti all’interno di un partito "non allineato" all'ideologia capitalista americana, la CIA riuscì a penetrare nella gestione del PCI. Il cerchio si era finalmente chiuso: alla morte di Enrico Berlinguer nel 1984, come segretario del PCI venne eletto Alessandro Natta ma Napolitano, forte della protezione degli Usa, da lì a poco avrebbe dato il colpo di grazia al partito.
Qualora gli ultimi trent'anni di storia politica non bastassero a rappresentare Napolitano come traditore del PCI, nonchè uomo al servizio dell'imperialismo americano e del potere filo-bancario, ricorderei le recenti manomissioni di alcuni importantissimi articoli della Costituzione, manomissioni da lui avallate e controfirmate, tra tutte l'articolo 81 della Costituzione che il 18 aprile 2012 ha introdotto il pareggio di bilancio, obbligando di fatto lo Stato alla schiavitù delle politiche di austerità, tanto care all'imperialismo-capitalistico americano ed europeista, il tutto secondo i piani dell'ideologia mondialista, rendendo al tempo stesso le teorie keynesiane (basate, invece, su una politica monetaria espansiva che darebbe slancio all'economia) di fatto incostituzionali.
Attraverso la complicità di personaggi come Napolitano, Monti e probabilmente anche Amato al governo italiano l'imperialismo americano potrà continuare ad dominare indisturbato sulla politica e sull'economia nazionale, portando avanti tutti gli obiettivi previsti nella scaletta mondialista: accentramento dei poteri nelle mani di organizzazioni sovranazionali (unione politica europea, B.C.E., F.M.I., W.T.O.) non elette democraticamente da alcun cittadino; politiche basate sull'austerità che stanno conducendo alla recessione economica; drastico aumento della disoccupazione; impoverimento delle classi sociali, riduzione delle nascite e, quindi, riduzione della popolazione

Hitler imitò il sistema monetario di Lincoln



Non siamo stati così sciocchi da creare una valuta collegata all’oro, di cui non abbiamo disponibilità,
ma per ogni marco stampato abbiamo richiesto l’equivalente di un marco in lavoro o in beni prodotti.
Ci viene da ridere tutte le volte che i nostri finanzieri nazionali sostengono che il valore della valuta
deve essere regolato dall’oro o da beni conservati nei forzieri della banca di stato
“. 
(Adolf Hitler, citato in Hitler’s Monetary System, www.rense.com, che riprende C.C.Veith, Citadels of Chaos, Meador, 1949).
Quello di Guernsey (politico del Minnesota, ndr), non fu dunque l’unico governo a risolvere i propri problemi infrastrutturali stampando da solo la propria moneta. Un modello assai più noto si può trovarlo nella Germania uscita dalla Prima Guerra Mondiale. Quando Hitler arrivò al potere, il Paese era completamente, disperatamente, in rovina.
Il Trattato di Versailles aveva imposto al popolo tedesco risarcimenti che lo avevano distrutto, con i quali si intendeva rimborsare i costi sostenuti nella partecipazione alla guerra per tutti i Paesi belligeranti. Costi che ammontavano al triplo del valore di tutte le proprietà esistenti nella Germania. La speculazione sul marco tedesco aveva provocato il suo crollo, affrettando l’evento di uno dei fenomeni d’inflazione più rovinosi della modernità. Al suo apice, una carriola piena di banconote, per l’equivalente di 100 miliardi di marchi, non bastava a comprare nemmeno un tozzo di pane. Le casse dello Stato erano vuote ed enormi quantità di case e di fattorie erano state sequestrate dalle banche e dagli speculatori. La gente viveva nelle baracche e moriva di fame. Nulla di simile era mai accaduto in precedenza: la totale distruzione di una moneta nazionale, che aveva spazzato via i risparmi della gente, le loro attività e l’economia in generale. A peggiorare le cose arrivò, alla fine del decennio, la depressione globale. La Germania non poteva far altro che soccombere alla schiavitù del debito e agli strozzini internazionali. O almeno così sembrava.
Hitler e i Nazional-Socialisti, che arrivarono al potere nel 1933, si opposero al cartello delle banche internazionali iniziando a stampare la propria moneta. In questo presero esempio da Abraham Lincoln, che aveva finanziato la Guerra Civile Americana con banconote stampate dallo Stato, che venivano chiamate “Greenbacks“. Hitler iniziò il suo programma di credito nazionale elaborando un piano di lavori pubblici. I progetti destinati a essere finanziati comprendevano le infrastrutture contro gli allagamenti, la ristrutturazione di edifici pubblici e case private e la costruzione di nuovi edifici, strade, ponti, canali e strutture portuali. Il costo di tutti questi progetti fu fissato a un miliardo di di unità della valuta nazionale. Un miliardo di biglietti di cambio non inflazionati, chiamati Certificati Lavorativi del Tesoro. Questa moneta stampata dal governo non aveva come riferimento l’oro, ma tutto ciò che possedeva un valore concreto. Essenzialmente si trattava di una ricevuta rilasciata in cambio del lavoro e delle opere che venivano consegnate al governo. Hitler diceva: “Per ogni marco che viene stampato, noi abbiamo richiesto l’equivalente di un marco di lavoro svolto o di beni prodotti“. I lavoratori spendevano poi i certificati in altri beni e servizi, creando lavoro per altre persone.
Nell’arco di due anni, il problema della disoccupazione era stato risolto e il Paese si era rimesso in piedi. Possedeva una valuta solida e stabile, niente debito, niente inflazione, in un momento in cui negli Stati Uniti e in altri Paesi occidentali erano ancora senza lavoro e vivevano di assistenza. La Germania riuscì anche a ripristinare i suoi commerci con l’estero, nonostante le banche estere negassero credito e dovesse fronteggiare un boicottaggio economico internazionale. Ci riuscì utilizzando il sistema del baratto: beni e servizi venivano scambiati direttamente con gli altri paesi, aggirando le banche internazionali. Questo sistema di scambio diretto avveniva senza creare debito nè deficit commerciale. L’esperimento economico della Germania lasciò alcuni durevoli monumenti al suo processo, come la famosa Autobahn, la prima rete del mondo di autostrade a larga estensione.
Di Hjalmar Schacht, che era all’epoca a capo della banca centrale tedesca, viene spesso citato un motto che riassume la versione tedesca del miracolo del “Greenback”. Un banchiere americano gli aveva detto: “Dottor Schacht, lei dovrebbe venire in America. Lì abbiamo un sacco di denaro ed è questo il vero modo di gestire un sistema bancario“. Schacht replicò: “Lei dovrebbe venire a Berlino. Lì non abbiamo denaro. E’ questo il vero modo di gestire un sistema bancario” (John Weitz, Hitler’s Banker Warner Books, 1999).
Benchè Hitler sia citato con infamia nei libri di storia, egli fu popolare presso il popolo tedesco. Stephen Zarlenga, in The Lost Science of Money, afferma che ciò era dovuto al fatto che egli salvò la Germania dalle teorie economiche inglesi. Le teorie secondo le quali il denaro deve essere scambiato sulla base delle riserve aurifere in possesso di un cartello di banche private piuttosto che stampato direttamente dal governo. Secondo il ricercatore canadese Henry Makow, questo fu probabilmente il motivo principale per cui Hitler doveva essere fermato; egli era riuscito a scavalcare i banchieri internazionali e creare una propria moneta. Makow cita un interrogatorio del 1938 di C.G. Rakowsky, uno dei fondatori del bolscevismo sovietico e intimo di Trotzky, che finì sotto processo nell’URSS di Stalin. Secondo Rakowsky, “[Hitler] si era impadronito del privilegio di fabbricare il denaro, e non solo il denaro fisico, ma anche quello finanziario; si era impadronito dell’intoccabile meccanismo della falsificazione e lo aveva messo a lavoro per il bene dello Stato. Se questa situazione fosse arrivata a infettare anche altri Stati, potete ben immaginare le implicazioni controrivoluzionarie” (Henry Makow, “Hitler Did Not Want War”, www.savethemales.com).
L’economista inglese Henry C.K. Liu ha scritto sull’incredibile trasformazione tedesca: “I nazisti arrivarono al potere in Germania nel 1933, in un momento in cui l’economia era al collasso totale, con rovinosi obblighi di risarcimento postbellico e zero prospettive per il credito e gli investimenti stranieri. Eppure, attraverso una politica di sovranità monetaria indipendente e un programma di lavori pubblici che garantiva la piena occupazione, il Terzo Reich riuscì a trasformare una Germania in bancarotta, privata perfino di colonie da poter sfruttare, nell’economia più forte d’Europa, in soli quattro anni, ancor prima che iniziassero le spese per gli armamenti“. In Billions for the Bankers, Debts for the People (Miliardi per le Banche, Debito per i Popoli, 1984), Sheldon Hemry commenta: “Dal 1935 in poi, la Germania iniziò a stampare una moneta libera dal debito e dagli interessi, ed è questo che spiega la sua travolgente ascesa dalla depressione alla condizione di potenza mondiale in soli 5 anni. La Germania finanziò il proprio governo e tutte le operazioni belliche, dal 1935 al 1945, senza aver bisogno di oro nè debito, e fu necessaria l’unione di tutto il mondo capitalista e comunista per distruggere il potere della Germania sull’Europa e riportare l’Europa sotto il tallone dei banchieri“.
L’IPERINFLAZIONE DI WEIMAR
Nei testi moderni si parla della disastrosa inflazione che colpì nel 1923 la Repubblica di Weimar (nome con cui è conosciuta la repubblica che governò la Germania dal 1919 al 1933). La radicale svalutazione del marco tedesco è citata nei testi come esempio di ciò che può accadere quando ai governi viene conferito il potere incontrollato di stampare da soli la propria moneta. Questo è il motivo per cui viene citata, ma nel complesso mondo dell’economia le cose non sono come sembrano. La crisi finanziaria di Weimar ebbe inizio con gli impossibili obblighi di risarcimento imposti dal Trattato di Versailles.
Schacht, che all’epoca era il responsabile della zecca della repubblica, si lamentava: “Il Trattato di Versailles è un ingegnoso sistema di provvedimenti che hanno per fine la distruzione economica della Germania. Il Reich non è riuscito a trovare un sistema per tenersi a galla diverso dall’espediente inflazionistico di continuare a stampare banconote“. Questo era quello che egli dichiarava all’inizio. Ma Zarlenga scrive che Schacht, nel suo libro del 1967 The Magic of Money, decise “di tarar fuori la verità, scrivendo in lingua tedesca alcune notevoli rivelazioni che fanno a pezzi la saggezza comune propagandata dalla comunità finanziaria riguardo all’iperinflazione tedesca“. Schacht rivelò che era la Banca del Reich, posseduta da privati, e non il governo tedesco che pompava nuova valuta all’economia. Nel meccanismo finanziario conosciuto come vendita a breve termine, gli speculatori prendono in prestito qualcosa che non possiedono, la vendono e poi “coprono” le spese ricomprandola a prezzo inferiore. La speculazione sul marco tedesco fu resa possibile dal fatto che la Banca del Reich rendeva disponibili massicce quantità di denaro liquido per i prestiti, marchi che venivano creati dal nulla annotando entrate sui registri bancari e poi prestati ad interessi vantaggiosi.
Quando la Banca del Reich non riuscì più a far fronte alla vorace richiesta di marchi, ad altre banche private fu permesso di crearli dal nulla e di prestarli, a loro volta, a interesse. Secondo Schacht, quindi, non solo non fu il governo a provocare l’iperinflazione di Weimar, ma fu proprio il governo che la tenne sotto controllo. Alla Banca del Reich furono imposti severi regolamenti governativi e vennero prese immediate misure correttive per bloccare le speculazioni straniere, eliminando la possibilità di facile accesso ai prestiti del denaro fabbricato dalle banche. Hitler poi rimise in sesto il paese con i suoi Certificati del Tesoro, stampati dal governo su modello del Greenback americano. Schacht disapprovava l’emissione di moneta da parte del governo e fu rimosso dal suo incarico alla Banca del Reich quando si rifiutò di sostenerlo (cosa che probabilmente lo salvò dal processo di Norimberga). Ma nelle sue memorie più tarde, egli dovette riconoscere che consentire al governo di stampare la moneta di cui aveva bisogno non aveva prodotto affatto l’inflazione prevista dalla teoria economica classica. Teorizzò che essa fosse dovuta al fatto che le fattorie erano ancora inoperose e la gente senza lavoro. In questo si trovò d’accordo con John Maynard Keynes: quando le risorse per incrementare la produzione furono disponibili, aggiungere liquidità all’economia non provocò affatto l’aumento dei prezzi; provocò invece la crescita dei beni e di servizi. Offerta e domanda crebbero di pari passo, lasciando i prezzi inalterati. 
(da Webofdebt)
di Ellen Brown

Regolazione chimica del corpo: sistema acidi-basi


Marcello Pamio, 1 agosto 2013, tratto da libro "La salute attraverso l'elimnazione delle scorie"
L’equilibrio acido-base è uno degli equilibri più importanti per la vita del’uomo. Regola, praticamente tutto: respirazione, circolazione, digestione, escrezione, difese immunitarie, produzione ormonale.
I processi biologici e biochimici che avvengono nell’organismo umano, sono processi elettrochimici che necessitano di un determinato pH.
Nelle 100.000 miliardi di cellule che costituiscono l’uomo, il ricambio degli acidi e delle basi è costantemente in atto: ognuna di queste cellule produce energia, e il risultato la produzione anche di acido carbonico, al quale si aggiungono altri acidi che assumiamo con il cibo o che si formano dopo la loro metabolizzazione.
Il corpo, in ogni istante produce in maniera endogena ed esogena acidi.
Quando gli acidi generati iniziano ad essere troppi, questi possono avvelenare e danneggiare tessuti, organi, ghiandole e funzioni.
I risultati sono tutte le malattie conosciute oggi dalla nostra società: diabete mellito, gastrite, colite, artrite e artrosi, reumatismi, morbo di Parkinson e Alzheimer, infarto, ictus, ischemia, apoplessia, trombosi, embolie, dermatite, eczema, psoriasi, allergie, tumore, ecc.
Il valore del pHUna scala logaritmica permette d stabilire il grado di acidità (il numero di molecole acide a carica elettrica positiva) o il grado di basicità (il numero di molecole basiche a carica elettrica negativa) di un liquido o di una soluzione.
Dal punto di vista dell’acido: il valore pH 0 significa la massima concentrazione possibile di ioni idrogeno (H+) in un acido, mentre il valore 14 indica che tali ioni sono assenti.
Dal punto di vista dell’alcalinità: il valore 14 indica la massima concentrazione possibile degli ioni ossidrile (OH-), mentre il valore 0 indica che tali ioni sono assenti.
Al disopra del valore 7 prevalgono gli ioni ossidrile (OH-) e la soluzione è BASICA o alcalina; al di sotto del 7 prevalgono gli ioni idrogeno (H+) e la soluzione è ACIDA.
Il pH del sangueIl sangue è tessuto più importante dell’organismo: bagna tutte le cellule del corpo, apporta i principali nutrienti e grazie all’emoglobina trasporta l’ossigeno dove serve.
Il suo equilibrio acido-base è fondamentale per la vita stessa.
Il pH del sangue si colloca al massimo tra pH 7,35 - 7,45, quindi è basico.
Il metabolismo continua a scaricare continuamente sostanze acide nel sangue, ma il suo pH deve rimanere costante...
Nel corpo, come vedremo nel dettaglio, esistono molti depositi di minerali: mucose, capelli, vasi, unghie, tendini, cartilagini, capsule, ossa, denti. Si tratta di depositi basici con un valore di pH intorno a 8,1 e rappresentano le riserve di minerali d’emergenza per l’intero organismo.
Quando il sangue diventa carico di acidi, il cervello (l’ipotalamo) ordina immediatamente di recuperare dei sali minerali alcalini (calcio, magnesio, potassio, fosforo, ecc.) per tamponare e neutralizzare la crescente acidità, pena la morte. Si tratta di programmi biologici istantanei per la sopravvivenza.
Il pH dell’urinaIl pH dell’urina oscilla tra il 4, nelle persone malate e il valore 8 in quelle sane.
L’urina dei neonati sani, cioè allattati da una madre sana, ha un pH che va da 8 a 8,5.
Per nove mesi il neonato è rimasto nel liquido amniotico della madre, il cui pH è basico e superiore a 8.
Un valore così alto è sinonimo di uno stato di salute perfetto.
Dalla nascita in poi la vita dell’uomo è un processo costante di deterioramento, invecchiamento, relativamente al pH delle sue cellule e della sua urina che diventa, se lo stile di vita è innaturale e patogeno, progressivamente sempre più acida.
L’invecchiamento non è altro che una costante intossicazione ad opera di residui acidi.
Gli acidi sono il compagno costante delle malattie, le basi della salute
Non a caso, la forza vitale, l’energia e la salute dell’uomo risiedono nelle basi, più precisamente nei loro costituenti, i sali minerali alcalini e gli oligoelementi in generale.
Nel corpo umano gli acidi e le basi sono come il giorno e la notte: dovrebbero trovarsi in un equilibrio mobile, con l’avvertenza però che il piatto della bilancia deve inclinarsi verso le basi.
Quando la prima urina del mattino arriva a valori di pH 7 - 7,35, questo valore coincide con il valore di equilibrio del sangue e indica che i reni non sono costretti ad espellere dai tessuti né un eccesso di sostanze acide e neppure un eccesso di sostanze basiche. Anche se il vero problema non sono le sostanze basiche ma quelle acide che possono corrodere il parenchima renale.
Tra gli animali erbivori il pH dell’urina può salire fino a 8,5, mentre nei cani e gatti, cioè negli animali carnivori per natura, questo valore è compreso tra 5 e 6.
Il pH dell’urina e del sangue dimostrano inequivocabilmente che l’uomo non è un carnivoro!
I valori di pH bassi dell’urina durante un digiuno o una cura disintossicante non devono meravigliare: quando molte scorie lasciano il corpo, infatti lo fanno attraverso i reni e l’urina. Ma tali valori non dovrebbero mai andare sotto i 5,5, pena la corrosione dei tessuti e organi.
I sistemi tamponeOltre ai depositi di minerali visti prima, per impedire una oscillazione esagerata del pH, e soprattutto del sangue, l’organismo umano dispone di ulteriori sistemi tampone:
v     Polmone: regola, tramite la respirazione, l’espulsione degli acidi carbonici sotto forma di anidride carbonica. Il polmone viene anche detto “pompa linfatica”, perché tramite una corretta e profonda respirazione viene pompato questo liquido fondamentale per la disintossicazione;
v    Rene: è l’organo più importante per eliminare gli acidi superflui, soprattutto quelli che non possono venire eliminati per via aerea (polmoni). Questi organi vengono così sovraffaticati da un regime alimentare innaturale, basato sulle proteine animali acidificanti, da veleni ambientali e stress che s’indeboliscono e non sono più in grado di espellere le tossine. Nei vasi linfatici si forma un ingorgo di succhi acidi e il corpo appare gonfio e congestionato (edemi). Con la formazione di edemi il corpo trattiene l’acqua per diluire le sostanze tossiche. I reni sono in grado di espellere i liquidi soltanto fino ad un valore di pH 4,4 fino al massimo di pH 4. Al di sotto di questi valori il tessute renale si corroderebbe e per fortuna questo non avviene mettendo in atto un blocco renale, con tutti i rischi enormi per la salute umana, ma la Natura è perfetta!
v     Pelle: viene detto il secondo rene e il secondo polmone. Non a caso si tratta dell’organo più grande del corpo umano e oltre a regolare la temperatura corporea, permette di traspirare e di espellere attraverso il sudore tossine e acidi;
v     Fegato: secondo recenti ricerche anche questo organo gioca un ruolo importantissimo nella regolamentazione del pH. La forza biochimica del fegato si trova sul lato basico. Ogni 4 minuti circa, questa grande ghiandola filtra completamente tutto il sangue che circola allo scopo di detossificarlo dai veleni;
v     Bicarbonato di sodio: è un composto che si forma in alcune cellule gastriche dal cloruro di sodio, dall’acido carbonico e dall’acqua.
Quindi il corpo, quando vi sono troppi acidi deve assolutamente neutralizzati, in un modo o nell’altro.
Se avviene questa neutralizzazione ad opera dei minerali alcalini del corpo (ossa, denti, vasi, capelli, ecc.), i sali che ne risultano (acido + base = sale) la Natura perfetta li deposita provvisoriamente nei tessuti o organi per poi espellerli fuori quanto prima.
Oggi a causa del nostro perverso stile di vita, questi depositi che dovrebbero essere provvisori, diventano permanenti e definitivi, creando seri problemi di salute (calcoli, cisti, noduli, tumori, ecc.).
Quanto più il sangue si riempie di sostanze acide, tanto maggiore è il consumo delle riserve minerali dell’organismo per formare sali che neutralizzano gli acidi. Questo riguarda in primo luogo il calcio che viene sottratto da tessuti, organi, ossa, denti, capelli e unghie.
Per la Medicina Tradizionale cinese le cose erano chiare diversi migliaia di anni fa:
“Quello che non riescono a eliminare i reni e la vescica, deve eliminarlo l’intestino.
Ciò che non riesce a fare quest’ultimo, devono farlo i polmoni.
Se tutti insieme non riescono a eliminare abbastanza sostanze velenose, deve intervenire la pelle.
E quello che nemmeno la pelle riesce a eliminare, ci porta alla morte
Le maree acide e basicheNel corso della giornata si possono misurare nell’urine delle maree acide e basiche, che sono condizionate dai ritmi biologici nonché dall’orario dei pasti.
Maree basiche
Maree acide
4:00
forte
1:00
moderata
10:00
moderata
7:00
forte
16:00
forte
13:00
moderata
22:00
Moderata
19:00
forte

Ecco perché le persone colpite dall’infarto arrivano in ospedale di prima mattina tra le 5 e le 7, proprio durante un picco acido. Questo è anche il motivo per cui sarebbe meglio di sera non mangiare cibi acidi perché si è nel picco basico (colazione acido, pranzo e cena basico).
I depositi di acidi accumulatisi nei tessuti si svuotano soprattutto di notte, per cui l’urina al mattino di regola è più acida.
Come si producono gli acidiStress, rumore, irritazione, paura determinano la formazione di acido cloridrico e un eccesso di tale acido nello stomaco può provocare gastriti o ulcere.
L’ acido lattico che si forma nei muscoli quando l’organismo è sotto sforzo.
I dolciumi, cioè cereali raffinati e zucchero, vengono metabolizzati con la produzione di acido acetico, mentre té nero e caffè apportano acido tannico e acido cloridrico.
Tutte le proteine di origine animale, compreso i latticini, producono dopo la digestione, acido uricoacido solforico e acido nitrico. L’acido solforico (prodotto soprattutto dalla carne suina) indebolisce e rammollisce i dischi intervertebrali ed è la prima causa dei problemi alle cartilagini.
Tutti questi acidi devono essere neutralizzati il più rapidamente possibile dall’organismo, perché non ne vengano intaccate le cellule, organi, ghiandole e funzioni varie.
Le regolazioni di baseIl nostro stile di vita (stress, poco movimento) e una alimentazione basata su prodotti morti, raffinati, pastorizzati, ci stanno facendo andare verso le acidosi.
1) Regolazione del bilancio acido-baseIl bilancio acido-base ha l’importante funzione di filtrare ed espellere dal sangue le scorie del metabolismo (sostanze azotate derivate dalla decomposizione di proteine: urea e acido urico). A queste si aggiungono altri acidi che si formano nell’intestino dai processi di fermentazione e putrefazione;
2) Regolazione del bilancio idricoSenz’acqua non c’è vita. L’acqua è il solvente per eccellenza, è indispensabile al trasporto delle sostanze nutritive, per il metabolismo cellulare e per l’espulsione dei prodotti di scarto mediante i reni.
3) Regolazione del bilancio elettrolitico (minerali)
Grazie ai minerali i liquidi del nostro corpo diventano dei conduttori di elettricità.
Queste sostanze sono sotto forma di particelle cariche (cationi con carica positiva e anioni con carica negativa). Purtroppo oggi questi elettroliti vengono usati dal corpo per neutralizzare le sostanze acide e questa perdita equivale a invecchiamento precoce.
Il tessuto connettivo e gli acidiIl padre della teoria degli acidi e basi, il prof. Friedrich Sander, parla di maree di acidi e di basi. Questi flussi sono costantemente all’opera, tramite il sangue, tra il tessuto connettivo e i reni. Il tessuto connettivo, la matrice che struttura tutto il corpo, rimane efficiente e sano solo se, a intervalli, viene riempito e svuotato da acidi e basi.
Il pH medio del tessuto connettivo si trova tra 7,1 e 7,25.
Se questa alternanza ritmica viene a mancare, il tessuto viene danneggiato o si blocca. In questo caso il tessuto connettivo, non può attraverso il sangue, fornire alle cellule e agli organi ossigeno e sostanze nutritive in quantità sufficiente.
In tutte le malattie croniche si nota un danno dei processi di scorrimento, che avvengono attraverso il sangue tra i reni e il tessuto connettivo.
Nel caso in cui le ultime riserve di minerali siano esaurite, la natura cerca di relegare gli acidi in eccesso nei settori meno importanti per la circolazione sanguigna, negli strati più profondi dei tessuti connettivi e adiposi. Alla prima occasione utile, l’organismo cercherà di bruciare questi rifiuti con una bella febbre terapeutica…che giustamente noi spegneremo con tachipirina e altre porcherie chimiche.
Una intensa attività muscolare si produce molto acido lattico (le cellule muscolari dell’atleta arrivano a pH 4,5 - 5,5), e se questo non venisse assorbito dalla fibre colloidali del tessuto connettivo, il pH del sangue scenderebbe al di sotto del 7 e subentrerebbe la morte.
L’acido lattico deve essere neutralizzato con le sostanze minerali, ecco perché è importante assumerle a sufficienza prima dell’attività sportiva.
Il cuore e gli acidiUn organo estremamente minacciato dall’eccesso di acidi è proprio il cuore.
Si tratta di un organo di grande potenza, ed essendo in continua attività, consuma molta energia. Questo richiede un intenso metabolismo il quale produce acido carbonico e acido lattico, che devono essere trasportati via.
Se il mezzo di trasporto stesso, cioè il sangue, è già saturo di acidi e tossine, può verificarsi un accumulo di scorie acide direttamente nel muscolo cardiaco: la conseguenza prende il nome di infarto!
In condizioni normali il pH del muscolo cardiaco è circa 6,9, quindi leggermente acido (il 7 è neutro), ma già con valori poco più bassi: 6,5 - 6,4 c’è il rischio d’infarto.
Anche l’angina pectoris e l’apoplessia, si tratta sempre di acidosi.
In pratica il sangue capillare, scorrendo nei tessuti che sono diventati chimicamente acidi, si inacidisce, mentre gli eritrociti (globuli rossi) si induriscono fino a diventare completamente rigidi.
I globuli rossi, seppur più grandi del diametro di un capillare, grazie alla loro plasticità riescono a passare lo stesso.
Quando però il pH diventa acido, a partire da 6,5 - 6,4 i globuli rossi s’irrigidiscono, bloccando e otturando il capillare. La zona non irrorata muore: apoplessia, infarto, tumore, ecc.
Un eccesso di acidità è letale, perché con l’aumento dell’acidità il sangue, che contiene proteine, si ispessisce, e il sangue “spesso” affatica il cuore, ostacolandone la circolazione.
Il colesterolo e gli acidiTutti gli acidi passano attraverso il sistema equilibratore del sangue.
Il sangue che tende all’acido, lega spontaneamente il calcio.
Il calcio può essere prelevato da ossa e denti solo molto lentamente mentre è indispensabile ricorrere a depositi di calcio in fretta. In questa condizione di urgenza, il calcio viene prelevato direttamente dalle pareti dei vasi sanguigni. Il calcio prelevato viene sostituito dalla colesterina, che è sempre presente ed è acido-resistente.
Quanto maggiore è la quantità di acido da neutralizzare, tanto maggiore sarà il prelievo di calcio dai vasi e quindi tanto maggiore la colesterina che andrà a rimpiazzare il calcio perduto. Poiché il sangue è pieno di tossine e scorie (acidi neutralizzati, cioè sali minerali), queste si combinano con la colesterina formando una colla impermeabile.
In questo modo aumenta il colesterolo e inizia a formarsi la placca arteriosa che crescendo, strato su strato, metterà in serio pericolo la vita della persona.
Da quanto appena detto, si capirà l’assurdità e la pericolosità dei trattamenti ufficiali per l’ipercolesterolemia. I farmaci, le statine, abbassano la produzione del colesterolo nel fegato (indebolendo a lungo andare questa ghiandola fondamentale), ma non vanno a monte del problema, cioè non riducono l’acidità dell’organismo, anzi la fanno aumentare!
L’ipercolesterolemia e l’arteriosclerosi cominciano con la decalcificazione delle arterie, cioè con la sostituzione del calcio con la colesterina. La colesterina, mischiata alle altre scorie presenti nel sangue, va a depositarsi sulle pareti, provocando alla fine l’indurimento e la perdita di elasticità. I vasi allora si possono rompere in qualsiasi momento (aneurismi, ecc.).
Capelli, cuoio capelluto e acidiIl cuoio capelluto con le sue sostanze minerali e oligoelementi, è la squadra di pronto intervento della neutralizzazione degli acidi. Questo deposito viene consumato da acidi e tossici continuamente oppure in maniera improvvisa.
Acidi e veleni ininterrottamente si muovono verso il cuoio capelluto, per essere neutralizzati. Ma l’organismo è perfetto, ed elimina quante più tossine possibili prima che raggiungano la testa, ecco perché gli uomini sudano nel collo, nella nuca, nel viso e sulla fronte.
Soprattutto l’acido lattico (eccessivo sforzo fisico) determina una precoce perdita di capelli, ma non solo, anche l’acido tannico e muriatico (caffè), l’acido urico (proteine animali) e l’acido acetico (dolci, cereali e zuccheri raffinati), acido solforico (carne di suino), acido carbonico (bevande gassate e scarsa respirazione), acido dei farmaci, ecc.
Il cuoio capelluto è di regola il primo organo investito dalla perdita di sostanze minerali. In seguito alla neutralizzazione degli acidi si formano sali: urato di calcio, solfato di calcio, lattato di magnesio, ecc. che devono essere espulsi dal corpo.
Il grosso guaio è che una volta che le sostanze minerali sono state consumate per neutralizzare gli acidi, esse non sono più a disposizione per alimentare i capelli: la conseguenza è la loro caduta!
Menopausa, mestruazioni e acidiDopo la menopausa, quando cessano le mestruazioni che purificavano l’organismo e il sangue, la donna è in piena emergenza acida.
Le sudorazioni notturne, le ondate di calore, dette vampate, sono una febbre artificiale messa in atto dalla sapienza perfetta del corpo per purificare l’organismo dalle tossine e dagli acidi.
La santa tedesca Ildegarda di Bingen già nel 1150 insegnava che “durante gli anni fertili, la donna espelle una volta al mese i suoi succhi maligni”.
L’espulsione mensile degli acidi spiega perché la donna vive di media 10 anni più dell’uomo.
Nell’uomo, a causa della mancanza del ciclo, ogni milligrammo di acido, tossina e veleno deve essere metabolizzato ricorrendo alla neutralizzazione.
Nella donna, durante il periodo fertile, quello che non fuoriesce dal corpo con le mestruazioni, viene parcheggiato in tre zone ben precise: sangue e linfa, placenta e il terzo sono le anche, sedere e cosce (vedi cellulite).
Il livello di acidità sale giorno dopo giorno fino alla mestruazione, dove il pH può raggiungere valore di 7,25.
Prima di questo giorno, i liquidi sono così pieni di acidi che l’acidità elevata fa insorgere brufoli, depressione, irritabilità, sensibilità psichica, dolori di testa, emicranie, edemi e anche cellulite.
Spesso in questi giorni le donne si lamentano di addomi e caviglie gonfie ed è così perché i liquidi vengono trattenuto per diluire gli acidi.
Una volta espulsi con il sangue, l’acidità diminuisce e spariscono i sintomi della cosiddetta “sindrome premestruale”.
Solo dopo la menopausa la donna si trova nella stessa situazione dell’uomo e finisce spesso in situazioni di difficoltà perché non è abituata alla metabolizzazione degli acidi come invece l’uomo. Possono allora insorgere problemi come osteoporosi, reumatismi, ecc.
Le emorroidi e gli acidiLe emorroidi sono una valvola di emergenza per lo scarico di tossine e acidi, che il fegato non riesce a lavorare e detossificare. Allora si è in presenza di un ingolfamento della vena porta. L’affollamento di acidi e veleni vari è così grande che il fegato non ce la può fare e allora subentra la perfezione della natura che scarica tramite la vena emorroidale il sangue acido e pieno di scorie.
Le emorroidi sono le “mestruazioni dell’uomo” e non andrebbero mai bruciate, congelate, legate o operate.
La donna in gravidanza che si alimenta male, dopo il parto soffre spesso di emorroidi.
Il motivo è sempre lo stesso: l’organismo trattiene per nove mesi tutti i veleni e le tossine che non possono essere parcheggiati nella placenta perché c’è il feto e non possono essere scaricati tramite le mestruazioni.
Questo ingorgo si scarica tramite la vena emorroidale non appena il bambino viene al mondo o poco prima del primo flusso mestruale.
Estremamente e velocemente efficaci nelle emorroidi si sono rivelati i bagni basici.
I denti e gli acidiIl tartaro si forma dalla placca dentale, che ininterrottamente, giorno e notte, preme verso l’esterno dalla cavità dentale e che rappresenta l’eliminazione di acidi dal corpo. Questa placca, insieme all’acido acetico che viene dai dolci, neutralizzato da calcio dei denti forma strato dopo strato il tartaro.
Il tartaro è acido con un pH tra 4 e 5, ed formato da acidi di diversa provenienza con sottrazione di oligoelementi e sali minerali basici. Quindi il tartaro non sopporta un ambiente basico con pH 8 - 8,5: si stacca e scioglie.
Esiste un solo rimedio: una igiene orale basica.
Micosi e acidiLe micosi, le infezioni da funghi che colpiscono la persona malata vivono in un ambiente acido di pH tra 4 e 6.
Dermatomicosi e micosi del piede, unghie, sangue e vagina prolificano in ambiente acido.
In funghi parassiti possono espellere veleni del metabolismo come acetaldeide e aflatossine che possono provocare danni seri anche a funzioni cerebrali e nervose.
Alcalinizzando correttamente il corpo, dalla pelle, alla vagina, agli intestini, i funghi cessano di creare problemi.
Lavande vaginali, bidet, bagni, pediluvi e clisteri basici, eliminano alla radice i funghi facendoli tornare al loro posto.
L’importanza dei sintomiI classici sintomi che la medicina classifica come “malattie”, sono di solito tentativi sensati e perfetti della Natura messi in atto dal corpo per guarire!
“Dovunque debba uscire qualcosa, lì il corpo ha un orifizio. E se qualcosa deve uscire lì dove il corpo non ha l’orifizio, allora fanne uno tu”. Paracelso
L’ulcera nella gamba e le emorroidi, come visto, rappresentano due banali esempi di come il corpo lavora per cercare di far uscire gli acidi e le tossine.
Il processo di guarigione va dal basso verso l’alto, da dentro verso fuori.
La guarigione La neutralizzazione di tutti gli acidi che si formano nell’organismo è un processo assolutamente indispensabile, perché grazie ad esso, si toglie agli acidi la loro tossica e corrosiva aggressività. Non vi può essere guarigione se prima l’organismo umano non si detossifica e deacidifica.
L’acido deve venire neutralizzato da un sale minerale.
Per esempio l’acido urico con il calcio diventa urato di calcio, l’acido ossalico con calcio diventa ossalato di calcio e l’acido solforico diventa solfato di calcio. Questi sali neutri abbandonano un corpo sano, attraverso reni, intestino e pelle. Se l’organismo è indebolito non escono dal corpo e si depositano: calcoli, artrosi, ecc.
In conclusione, la prima regola è modificare lo stile di vita in meglio:
- alimentazione sana e umana, basata su alimenti crudi di origine vegetale, mangiati nelle corrette sequenze e combinazioni;
- bere acqua lontano dai pasti aiuterà l’organismo a lavare via gli acidi e le tossine;
- muovere giornalmente il corpo con sapienza e intelligenza, senza esagerare, senza produrre acidi inutili e gratuiti;
- respirare profondamente a pieni polmoni per arricchire il sangue di ossigeno;
- pensare, sentire e volere sono le tre forze dell’anima che andrebbero assolutamente riequilibrate. Nella società di oggi, forse la cosa più difficile è proprio avere dei pensieri nobili, ai quali agganciare una emozione e compiere un’azione corretta.
Alimenti basiciQuali sono gli alimenti basici o alcalinizzanti? Tutti gli alimenti crudi di origine vegetale, dopo il metabolismo liberano nell’intestino tenue ceneri basiche, quindi il risultato finale è una alcalinizzazione dell’organismo.
Tutti questi alimenti, forniscono quei minerali colloidali importantissimi per nutrire cellule e organi, e per neutralizzare gli acidi in eccesso.
La cottura, ogni tipo di cottura, snatura questi minerali facendoli diventare inorganici e quindi di difficile assimilazione.
Viceversa, tutte le proteine di origine animale (carne, pesce, uova, latticini), gli zuccheri, i cereali sono profondamente acidificanti (acido urico e sali urici, acido acetico e sali acetici, acido lattico….).
Una alimentazione sana dovrebbe consistere nell’80% di cibi alcalinizzanti e per il 20% di cibi acidificanti.